photo by Michele Cianci© |
Dopo una formazione di base artistica alle scuole superiori , iniziai subito a lavorare nel campo del restauro artistico conservativo e di conseguenza anche a viaggiare per il bel paese.
Diventa nella vita della stragrande maggior parte dei restauratori una consuetudine, una sorta di normale routine a cui non si può sottrarre. Il vissuto intensivo in luoghi perlopiù sacri e artistici per tempi a volte lunghi , richiede la sensibilità di entrare ogni qualvolta in stretto contatto di quel determinato complesso tessuto storico culturale che è il luogo di lavoro. Entrare nella conoscenza della sua storia , del suo dialetto, delle infinite sfumature della sua quotidianità, del pensiero , delle abitudini, dell'artigianalità, di tutta quella miriade di usanze e colori che scavando oltre la superficie si trovano sempre.
Tutto ciò serve non solo per gratificare la propria ricchezza personale o il proprio ego ma è fondamentale per comunicare con il contesto locale senza mancare di rispetto ad alcuni e magari anche costruirsi quel rispetto che servirà poi per risolvere ogni tipo di problematiche che si pongono sempre dinnanzi. Informazioni, aiuti, comunicazione sono fattori indispensabili quando ti trovi anche a centinaia di km da casa.
Le soddisfazioni ricompensano così i sacrifici e la noia di fatto non esiste.
Diversi anni or sono entrai quasi per caso nel mondo della fotografia professionale. Cominciai a frequentare e fotografare un mondo dai colori contestuali diversi... sgargianti forse ma più effimeri nei suoi contenuti. Concerti rock, motoraduni, fiere, sport motoristici e non sino a concretizzarmi come assistente fotografo matrimonialista. Poi l'avvento del digitale mi chiuse le "porte" lavorative del mondo fotografico ma mi aprì quelle più creative di quel mondo dell'immagine legata alla libertà espressiva totale.
Non mi definisco nè un fotografo ne tantomeno un fotoamatore, bensì una persona che effettua una ricerca di linguaggio visivo più approfondita e ricercata, dove ciò che è figurativo si fonde assieme al concetto assai meno superficiale, in maniera incisiva e spesso tagliente.
Ad oggi la fotografia per me è un semplice strumento che mi occorre per esprimere il disagio e la quotidianità che spesso viene ignorata per paura, una paura che se utilizzata nella giusta maniera è il veicolante per trovare il nostro equilibrio con tutte le benevole conseguenze.
Michele Montanari
Congratulazioni...sono felice e onorata di seguirti...bellissima presentazione....
RispondiElimina♥
RispondiEliminaMi hai abbandonato su fb, ma eccoci qui! Ben ritrovato ;)
RispondiEliminaClaudia
Bravo Michele, uno spazio tutto per te, si sentiva la tua mancanza.
RispondiEliminaHai avuto una bellissima idea, avrai più libertà per esprimere la tua arte.
Buon proseguimento.
Sabrina
grazie Sabrina
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